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Sguardi dalla Finestra, Galleria Aperta, progetto a cura di Alessandro Sarteanesi e Marco Pierini, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Arezzo (IT)

Sguardi dalla Finestra / 2024
pittura a olio su tela, 131x127 cm
sapone, cera, pigmenti
dimensioni variabili

Il progetto Galleria Aperta, a cura di Alessandro Sarteanesi e Marco Pierini, si pone l’obiettivo di proporre alla città di Arezzo un nuovo modo di fruire la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea. Accanto alle mostre di due grandi maestri dell’arte contemporanea – Sergio Lombardo e Giovanni Frangi –, sono stati selezionati i lavori di cinque artisti.

Tra questi, Bernardo Tirabosco inaugura la sua quarta mostra personale “Sguardi dalla finestra”, primo dialogo tra i suoi lavori scultorei e pittorici. La ricerca artistica di Tirabosco si è sempre confrontata con la natura chimica della materia, sperimentata in tutta la sua caducità, e il suo rapporto con lo spazio. Nel superamento delle tecniche tradizionali l’artista approda a un linguaggio personale in grado di coinvolgere lo spettatore all’interno di una narrazione dagli accenti orrifici e inquietanti. Dalle masse aniconiche informi di sapone e cera emergono con forza particolari anatomici antropomorfi e zoomorfi, illuminati da una luce che ne mette in mostra i volumi e i chiaroscuri, costruendo un dialogo di sguardi, intenzioni e desideri verso un punto di fuga. La possibilità di scappare da un presente occlusivo e tragico è offerta allo spettatore nella parete centrale di questa grande installazione site specific. L’opera, composta da pittura e scultura, Sguardi dalla finestra (che titola la mostra) simboleggia la via d’uscita, la fuga, l’apertura verso un mondo esterno non ben definito e privo di riferimenti.

Caratteristico della precedente produzione di Bernardo Tirabosco è un costante e ragionato dialogo con l’architettura circostante che questa volta viene eccezionalmente meno: lo spazio di una stanza scura e asettica, che lascia lo spettatore a metà tra lo straniamento e un senso di calda intimità, crea un gioco di contrasti con il chiarore delle sculture. Prorompenti immagini oniriche convergono, in ultimo, verso la grande tela, affaccio su una dimensione incerta e inesplorata.

L’esposizione presenta al pubblico una cerchia di opere inedite, che, create appositamente per relazionarsi in questa specifica circostanza e condividere l’ambiente di mostra in tutta la sua articolazione, estendono l’orizzonte di ricerca degli artisti.

«Stratificata, contorta e profonda – scrive Davide Silvioli – L’erba sulla polvere, attraverso il lavoro dei sei artisti, racconta l’entropia del libero creare. Una mostra che organizza il dubbio e, fuori da schemi o prescrizioni di sorta, ben riflette, così, lo spirito di un sentire contemporaneo sempre più indocile sia a ripartizioni che a omologazioni.

Sei soggettività, quindi sei indirizzi operativi, che si muovono verso altrettante direzioni diverse. Tuttavia, nel mezzo di tanta e ricercata diversità, le opere in mostra, così come i rispettivi autori, condividono e avvertono la temperatura dello stesso presente storico, terminando necessariamente nel rispecchiarne gli umori. Si tratta di sei risposte differenti alla medesima domanda, tutte ugualmente giuste o ugualmente sbagliate».

Così accentuata, la mostra, al di fuori di consuetudini, buone pratiche o convenzioni di rito, pone sullo stesso livello dialettico una pluralità di orientamenti che vanno dall’installazione alla scultura, alla pittura, fino al medium digitale, transitando per la sperimentazione sui materiali e passando attraverso l’ibridazione di tecniche ordinariamente separate.